Conciliare famiglia e lavoro per le donne italiane è ancora un’impresa. Lo conferma un recente studio dell’Istat che ha messo in evidenza come nel nostro Paese siano ancora pochi i servizi che vengono in soccorso delle donne-madri e che più in generale chi abbia famiglia faccia fatica a trovare il tempo necessario per tutto.
Dall’indagine è emerso che il 37,5% delle madri occupate con figli di età inferiore agli otto anni, pari a 702mila unità, hanno ammesso di aver interrotto temporaneamente l’attività lavorativa per almeno un mese dopo la nascita del figlio più piccolo, mentre per i padri la cifra è ancora molto inferiore. A dimostrazione di come il congedo parentale sia utilizzato prevalentemente dalle donne, almeno la metà di loro, mentre la percentuale dei maschi è solo del 6,9%.
Inoltre circa il 40% delle occupate con un orario full time desidererebbe avere più tempo per sé e la famiglia, cosa che riesce meglio a chi abbia un’occupazione part-time: infatti il 69,2% delle occupate solo mezza giornata non vorrebbe modificare l’organizzazione dei suoi impegni a fronte del 57% di chi lavora a tempo pieno. In ogni caso 438 mila donne occupate part-time (pari al 30,8%) vorrebbero comunque bilanciare meglio il rapporto tra attività di cura della persona, della casa, della famiglia e tempi destinati al lavoro.
Più in generale dallo studio risulta che nel 2010 sono state poco più di 15 milioni (ossia il 38,4% della popolazione di riferimento) le persone che hanno dichiarato di prendersi regolarmente cura di figli coabitanti minori di 15 anni, oppure di altri bambini, di adulti malati, disabili o ancora anziani. Il 27,7% delle persone tra i 15 e i 64 anni ha figli coabitanti minori di 15 anni, il 6,7% si prende regolarmente cura di altri bambini e l’8,4% di adulti o anziani bisognosi di assistenza.
E tra questi quasi tre milioni e mezzo vorrebbe modificare il rapporto tra lavoro retribuito e lavoro di assistenza, intesa a 360°: il 6,7% dedicherebbe più tempo al lavoro extradomestico e il 29,1% trascorrerebbe più tempo con i propri figli o altre persone bisognose di assistenza. Nel Sud Italia comunque è più alta la percentuale di quanti affermano di non voler cambiare il rapporto tra lavoro e famiglia: si parla di 70% tra gli uomini e 63,2% tra le donne. Resta però un dato generale che è anche la fotografia dell’Italia: al Sud e nelle Isole è occupato il 34,6% delle madri, a fronte del 68,8% di quelle che risiedono nel Settentrione.
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