La rincorsa al lavoro di domani per molti ragazzi è cominciata da ieri, primo giorno ufficiale per i test d’ammissione a quelle facoltà universitarie, e sono ormai la maggioranza, che impongono il numero chiuso.
Hanno aperto gli atenei privati, nei prossimi giorni toccherà poi a quelli pubblici le cui selezioni prenderanno il via il 5 settembre.
Ad aprire le danze l’Università Cattolica, nelle tre sedi previste per Medicina, ossia a Roma, Milano e Bari mentre oggi toccherà ad un’altra facoltà di Medicina, ossia il San Raffaele di Milano. Numeri imbarazzanti, soprattutto considerato il ristretto numero di posti: per i test della Cattolica erano iscritti in 7.333 per Medicina con 282 banchi disponibili mentre Odontoiatria prevede 22 posti a fronte di 567 iscritti.
Ai primi quiz che prevedevano la prova scritta con domande a risposta multipla che interessavano quesiti psicoattitudinali, inglese, materie scientifiche e logica si sono quindi presentati in diverse migliaia. Secondo i dati diffusi dallo stesso ateneo il 60% di loro sono donne (4.744) mentre gli uomini sono il restante 40% (ossia 2.859) provenienti da tutte le regioni italiane. Dopo il Lazio, in testa come numero di iscritti, vengono Campania (1320 per Medicina 68 per Odontoiatria), Puglia (1.277 e 68), Sicilia (665 e 40), Calabria (541 e 34) e Lombardia (197).
E mentre l’attesa per i candidati sarà lunga, intanto sono già chiari i costi sostenuti da ogni candidato. Nelle università romane, ad esempio, prezzi diversi a seconda degli atenei. Alla Sapienza ogni studente doveva versare 35 euro mentre a Tor Vergata si può arrivare sino a 70 e alla Cattolica addirittura fino a 120, con un incasso complessivo per gli istituti che, come ha fatto rilevare l’edizione romana de ‘La Repubblica’ può arrivare anche a 850mila euro. Come a dire che i test serviranno anche a fare una prima immensa scrematura, buona per non saturare il mondo del lavoro in futuro, ma intanto servono ai presidi e allo stato per fare cassa, senza che per questo ci sia un reinvestimento in programmi sui giovani.
E a ciò si devono anche aggiungere le spese sostenute dai candidati per prepararsi a questi esami di ammissione. Sono diverse le società editrici di libri specifici o che si occupano di sostenere la preparazione negli esami universitari ad aver messo in piedi esercitazioni, minicorsi e attività di tutor con spese che vanno dai quasi 300 ai 4.400 euro. Tutto ovviamente con la (in)certezza di quello che frutterà questo investimento.
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