Washington: gli Stati Uniti, sempre pronti ad entrare in guerra per liberare i popoli aggiogati dalle dittature ed importarvi la democrazia, sembra non si curino del benessere della propria popolazione.
Non si potrebbe spiegare altrimenti la bocciatura, nella giornata di ieri, della legge sul lavoro promossa dal presidente Barack Obama, respinta dal Senato ancor prima di essere discussa.
Il problema dell’occupazione negli Usa è ormai una triste realtà, i dati indicano una grave emergenza: da Maggio la disoccupazione si è attestata al di sopra del 9%, mentre tra i 14 milioni di ‘senza lavoro’ ben il 45% è fermo da 6 mesi. La manovra da 447 miliardi di dollari studiata da Obama avrebbe, secondo il segretario al Tesoro Timothy Geithner, rilanciato l’occupazione “è buona e renderebbe l’economia significativamente più forte. Economisti indipendenti hanno stimato che il progetto creerebbe uno o due milioni di posti di lavoro. L’economia si trova in una posizione migliore di quando il presidente ha assunto l’incarico. Ora il dibattito è su come rendere l’economia più forte nel breve e nel lungo termine. Il presidente ha presentato un piano, che è buono. Ritengo che abbiamo l’obbligo di fare qualcosa ora per far tornare gli americani al lavoro il prima possibile“.
Il ‘no’ al provvedimento era per altro preannunciato a causa della resistenza repubblicana, ma anche alcuni esponenti dei democratici si sono opposti tanto che la legge non ha raggiunto neppure il quorum di 60 voti per essere discussa in aula. Il segretario Geithner ancora si espone “Se il Congresso non agisce, la crescita sarà più lenta e più persone saranno senza lavoro. E se non agisce è perché i repubblicani non vogliono fare nulla per aiutare l’economia“.
Dal canto suo Obama non si scompone né si da per vinto: il presidente aveva fatto preventivamente sapere che, nel caso in cui la proposta non fosse stata accettata, avrebbe spacchettato i singoli provvedimenti per poterli riproporre singolarmente “Il voto di stanotte non significa affatto la fine di questa battaglia perché con così tanti americani senza lavoro e così tante famiglie che combattono non possiamo accettare un no come risposta!“.
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