La 61° Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, celebrata il 9 Ottobre al Campidoglio, è stata l’occasione per il presidente della Repubblica Napolitano di tornare su un tema quanto mai caldo in questi giorni.
Nel messaggio inviato al presidente dell’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) Franco Bettoni è categorico “Gli infortuni sul lavoro e le morti bianche costituiscono un fenomeno sempre inaccettabile. La loro significativa riduzione nel 2010 deve essere considerata non un traguardo ma una tappa del percorso volto ad assicurare la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori”. Inevitabile il riferimento al crollo della palazzina a Barletta dello scorso 3 Ottobre dove oltre a una ragazzina di 14 anni hanno perso la vita 4 operaie assunte in nero “un lavoro vergognosamente sottopagato che ha gettato la luce su pratiche intollerabili”.
Napolitano trova l’occasione per parlare anche della grave crisi economica che il nostro paese è costretto a vivere, lanciando un importante monito allo stesso governo “non si può abbassare la guardia riducendo gli investimenti nel campo della prevenzione e della sicurezza sul lavoro”, ribadendo dunque che la vita delle persone dev’essere in ogni caso la priorità.
Il dato è sconcertante, ogni giorno muoiono sul lavoro tre persone, nel 2010 gli incidenti sono stati complessivamente 775.374, di cui 980 mortali “Numeri ai quali si aggiungono quelli relativi alle malattie professionali, con un aumento delle denunce di ben il 22% rispetto l’anno precedente” tende a precisare Bettoni , che invita altresì a leggere con cautela il dato indicante un calo dei decessi nel 2010 rispetto all’anno precedente, per lui collegabile alla riduzione dei posti d’occupazione.
A tal proposito è ancora Napolitano che si espone “La loro significativa riduzione nel 2010 deve essere considerata non un traguardo ma una tappa del percorso volto ad assicurare la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori”.
La grande speranza è che le parole della massima istituzione dello Stato vengano ascoltate, non lasciate al vento come troppo spesso accade, e che il discorso sempre tragicamente attuale delle morti bianche venga finalmente preso in seria considerazione dal governo italiano.
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