Mai così male negli ultimi otto anni il lavoro in Italia. Perché in base agli ultimi dati diffusi dall’Istat il tasso di disoccupazione a gennaio è salito ancora arrivando al 9,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali ma soprattutto di un punto rispetto all’anno precedente. Cifre che non si toccavano dal 2004, ‘annus horribilis’ per il mercato italiano.
Il numero più preoccupante è però quello che riguarda il lavoro giovanile: il tasso di disoccupazione infatti nei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è pari al 31,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011. In sostanza, al di là dei numeri, vuol dire che almeno uno su tre di quelli che dovrebbero rappresentare il ricambio generazionale resta invece fuori, senza nessuna speranza di inserirsi.
In più la crescita della disoccupazione interessa sia gli uomini sia le donne. Quella maschile è aumentata del 2,6% rispetto al mese precedente e del 18,7% su base annua mentre la percentuale di donne non occupate è cresciuta del 3,2% rispetto a dicembre 2011 e dell’8,9% in termini tendenziali. Il numero complessivo dei disoccupati a gennaio scorso e’ stato pari a 2 milioni 312 mila, in aumento del 2,8% rispetto a dicembre, ossia 64 mila unità. Invece rispetto al gennaio 2011 gli inattivi sono calati del 2,1%.
Un aumento che secondo i principali analisti si spiega soprattutto con una maggiore permanenza nel mondo del lavoro degli Over 55 rispetto al passato, fenomeno acuito dal restringimento delle possibilità di andare in pensione anticipatamente, anche se bisognerà vedere cosa produrranno le nuove regole, scattate nel 2011, sulla finestra mobile.
Ovviamente preoccupati i sindacati. Per la Uil la riforma del mercato del lavoro deve cominciare necessariamente dai giovani e dalla disoccupazione, mentre il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni commenta caustico: “I numeri dell’occupazione saranno sempre più disastrosi senza investimenti esteri e italiani e senza un lavorio costante e una riconfigurazione della politica economica del nostro Paese”.
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