A quanto pare si assottiglia sempre più la famosa differenza occupazionale che da tempo caratterizza l’attività lavorativa dei cittadini italiani: a renderlo noto i dati raccolti nel Rapporto della Commissione Europea sul progresso di uguaglianza di genere nel 2010.
Secondo l’indagine in questione, infatti, il sesso maschile continua ad essere privilegiato rispetto ai tassi d’occupazione, ma più passano gli anni più la distanza tra i due sessi si riduce gradualmente, difatti secondo il Ministero del Lavoro, negli ultimi è stata sfiorata una riduzione pari al 2,5%, inoltre, all’interno della ricerca sembrano essere emerse numerose altre tendenze, difatti in base ai dati raccolti è stato evidenziato che il 17.7% delle donne che rinunciano al lavoro lo fanno per via di mancanza di aiuto e sostegno da parte dello stato.
Un problema questo particolarmente sentito dal gentil sesso del Nostro Paese che si posiziona, insieme a Malta, agli ultimi posti per l’ occupazione femminile, difatti proprio per via della mancanza di fondi ed infrastrutture necessarie, sono numerose le mamme che scelgono di non impelagarsi nel mondo nel mondo del lavoro.
Rispetto alla scottante situazione che mette in luce la differenza di retribuzioni tra uomo e donna, ad avere la meglio rispetto agli stati è la Spagna con un (4.9%), mentre invece per quanto riguarda gli altri paesi la differenza diventa sempre più marcata, difatti la Germania conta ben il 23,2%, l’UK il 21,4% e la Francia il 17,9%.
A quanto pare, però, rispetto a tale problematica l’Italia sembra mantenersi nella media, difatti rispetto all’attività lavorativa dei cittadini italiani, lo sbilanciamento uomo – donna rispetto a specifiche qualifiche professionali è del 24.4%.
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