La nostra costituzione recita che l’Italia è una “Repubblica fondata sul lavoro”, questo uno dei principi che ha tenuto in piedi e ha sorretto le basi della nostra nazione, nonostante le ultime riforme destabilizzanti e certamente non a favore dei lavoratori del “Bel Paese“. A quanto pare le propensioni di carriera degli italiani continuano a subire cambiamenti e modifiche, ribaltando completamente quelle che un tempo erano le propensioni e le aspettative di vita.
Secondo una recente indagine, infatti, gli italiani sono nuovamente attratti dal tradizionale lavoro “stabile”, come potrebbe essere quello alle dipendenze di un ente pubblico, a dispetto del lavoro autonomo, più flessibile eppure poco preferito.
Secondo quanto stabilito dalle analisi e dalle interviste condotte su alcuni campioni della popolazione italiana, le ambizioni lavorative degli italiani hanno subito una vera e propri svolta, quello che un tempo era un ambito sogno ora rimane sono un ricordo.
Sembra essere crollato il mito del lavoro in proprio e dell‘imprenditoria, una sfiducia questa derivata sicuramente anche dalle condizioni dettate dalla recente crisi economica che ha fatto fallire numerose attività, difatti le preferenze per il lavoro autonomo hanno subito un calo dal 31% al 23%, mentre il grado di gradimento rispetto alla volontà di diventare libero professionista ha guadagnato qualche punto percentuale passando dal 21,5% del al 22,7%.
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