In Italia il tasso di occupazione cresce, ma in compenso cala quello del lavoro giovanile. I nuovi dati diffusi dall’Istat per agosto hanno registrato una crescita di 26mila unità, pari allo 0,1% in più rispetto al 2010 a fronte di una disoccupazione giovanile in aumento dello 0,1% rispetto a luglio e dello 0,8% in più rispetto ad agosto 2010.
I disoccupati complessivi del mese di agosto erano 1.965.000, 36mila in meno rispetto al luglio e 83mila in meno rispetto ad un anno prima. Ad agosto 2011 complessivamente gli occupati sono risultati 23.003.000, con un leggero aumento e soprattutto con la soglia dei 23 milioni superata per la prima volta dall’agosto 2009. Una crescita che è dovuta quasi esclusivamente allo sviluppo dell’occupazione femminile.
L’occupazione straniera aumenta in maniera importante facendo registrare un +168.000 unità), anche se il relativo tasso di occupazione, come nel biennio precedente, è ancora in discesa dal 63,6% del primo trimestre 2010 al 63,5%. Andando nello specifico l’industria è in recupero, registrando un incremento tendenziale dell’1,1% (+50.000 unità), concentrato soprattutto nelle imprese di medio-grandi dimensioni. Risultato positivo anche per il terziario (+0,9%, pari a 133.000 unità), soprattutto per quello che attiene alle posizioni lavorative dipendenti. A fronte di questo gli occupati a tempo pieno tornano a diminuire su base annua (-0,2%, pari a -32.000 unità), mentre quelli a tempo parziale salgono del +3,4% con 119.000 unità, anche se la scelta del part-time è imposta e non certo voluta.
Rispetto al recente passato la riduzione dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato é più contenuta (-0,1%, pari a -19.000 unità), mentre continua a crescere il numero dei dipendenti a termine (+6,8%, pari a 149.000 unità), in gran parte nell’industria. Il tasso di disoccupazione è pari al 7,8% (era 8,3% nel secondo trimestre 2010), ma il dato diminuisce su base annua per gli uomini (-0,6 punti percentuali) e anche per le donne (-0,5 punti).
In particolare quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni scende dal 27,9% del secondo trimestre 2010 al 27,4%, con un picco preoccupante del 44% per le donne del Sud Italia. Inoltre continua a crescere la popolazione inattiva: sono 38mila in più quelli che hanno rinunciato, 17mila quelli che non cercano ma sarebbero disponibili a lavorare (+17.000 unità), e soprattutto 184mila in più quelli che non cercano e non sono nemmeno disponibili a lavorare.