Riuscire a gestire le liti e le controversie lavorative in un contesto economico e sociale spezzato da continui cambiamenti legislativi e devastato da una crisi economica che ha stroncato guadagni ed eventuali profitti aumentando le tensioni esistenti tra i vari attori del mondo del lavoro, non è di certo una cosa semplice, eppure si tratta di un compito imprescindibile dall’attività di ogni azienda.
Basti pensare che -attualmente- la stragrande maggioranza delle controversie nate in ambito lavorativo, finiscono con lo sfociare in lunghi contenziosi giudiziali dall’esito incerto, ecco perché oramai sembra divenire sempre più importante trovare nuovi strumenti di transazione volti sia a contrarre le possibili conflittualità sia ad attuare tutta una serie di politiche indirizzate a ridurre le tensioni evitando così che il posto di lavoro si trasformi in un vero e proprio teatro di scontro, con la possibilità che vengano poi a determinarsi gravi conseguenze per entrambe le parti.
Ecco allora che se un datore di lavoro si trova di fronte ad lavoratore intenzionato a rivendicare dei diritti che ritiene siano stati violati, egli deve inevitabilmente dimostrare di saper fronteggiare queste richieste, anche nel caso in cui quest’ultime siano fonti di costi ingenti.
Immaginiamo come se il rapporto di lavoro si sviluppasse su un continuum alle cui estremità ritroviamo datore di lavoro e lavoratore stipendiato, in mezzo alle due posizioni ritroveremmo tutta una serie di norme e legislazioni in grado di avvicinare sempre più le posizioni frapposte, diminuendo gradualmente la distanza bloccando così il contenzioso o magari evitandolo a priori.
È importante dunque dire che, mediante il collegato lavoro (legge 183 del 4 novembre 2010) è possibile mirare a questo scopo, in quanto tale legge punta proprio a deflazionare le controversie, difatti l’impianto della norma si struttura su tre principali direttrici che in un certo senso rappresentano le fasi della lite, è importante sottolineare però che grazie all’applicazione pratica della norma è possibile così identificare gli strumenti efficaci per prevenirla grazie alla fissazione di alcuni parametri in grado di stabilire anche delle misure risarcitorie oltre che all’introduzione di tutta una serie di misure arbitrali volte a risolvere le liti mediante l’esclusione del sistema del giudizio.
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