Proprio lo scorso 8 marzo, giornata dedicata alle donne, è stata firmata una nuova intesa tra Ministero del Lavoro e sindacati sul lavoro e gli impegni familiari, una buona premessa -questa- per iniziare a porre un minimo di base su cui innestare una vera e propria riforma del lavoro che si preoccupi del benessere del lavoratore anche in vista degli impegni relazionali e familiari.
Una questione che tocca molto da vicino soprattutto l’esercito delle mamme costrette a lavorare.
Il documento in questione si occupa di sviscerare ed ordinare l’intera disciplina inerenti ai permessi e ai vari congedi parentali. Sembra essersi rivelato un ottimo scambio di opinioni, difatti non pare siano avvenuti grossi scontri da le parti chiamate in causa, e secondo quando stabilito dai lavoratori, pare che ci sia stata una buona risposta dalle rappresentanze sindacali.
Unica grande pecca riscontrabile nel documento che ha fatto storcere il naso a numerosi lavoratori, però, riguarda la possibilità sancita nell’intesa di pagare mediante l’erogazione di buoni lavoro, le prestazioni occasionali.
Una situazione inammissibile, che non porterà altro che nuove forme di sfruttamento e miseria, la stessa Cgil infatti ha definito questo passaggio “l’antitesi della conciliazione”, in quanto forieri di nuovi sistemi lavorativi poveri e precari.
Nonostante questo aspetto però per quanto riguarda il connubio tra lavoro e famiglia, sembra essere stato fatto un buon lavoro, difatti tra i nuovi provvedimenti ritroviamo il libera agli asili nido aziendali e a 2 settimane da impiegare per l’inserimento del bimbo nella struttura, inoltre è stata analizzata e paventata anche la possibilità di creare degli asili interaziendali.
Inoltre pare sia stata accettata anche la mozione che prevedeva l’inserimento del part-time fino a 12 mesi dopo la nascita del bambino, al fine di modulare l’orario di lavoro della madre, sulle esigenze del bambino (e non viceversa)-
Intanto non ci resta che attendere questi novanta giorni affinché il documento diventi ufficiale.
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