E’ in vigore da oltre un anno, ma dal prossimo 13 settembre il certificato medico online sarà obbligatorio per tutti i lavoratori e quindi di conseguenza per tutti i medici. Una riforma fortemente voluta dal ministro Brunetta e altrettanto fortemente osteggiata dai medici di base nei mesi scorsi.
Ma ormai siamo arrivati alla scadenza: da metà settembre tutti i datori di lavoro non potranno più richiedere la copia cartacea delle dichiarazioni che attestano la malattia ai dipendenti, ma basterà consultare tutte le certificazioni solo con il semplice utilizzo di sistemi informatici previa registrazione con la PEC.
Una norma che è in vigore dal 2010 e che è stata regolamentata il 18 marzo scorso con un avvio a regime previsto per il 13 giugno e poi procrastinato ancora di altri tre mesi.
Che la pratica sia ormai diffusa lo attestano soprattutto i numeri: dalla data di attivazione del servizio sono infatti stati trasmessi oltre 13 milioni di certificati con netta prevalenza della Lombardia che ha già superato quota 3 milioni mentre il Lazio è di poco sotto ai due milioni e nelle prime posizioni ci sono anche Veneto, Sicilia, Emilia Romagna e Campania. Segno che, volenti o nolenti, tutti i medici si stanno adeguando.
Anche perché, in caso di mancata trasmissione o di trasmissione fallace, per loro scatterà la denuncia per illecito disciplinare che se reiterato può portare anche al licenziamento e alla decadenza della convenzione. Le associazioni dei medici nei mesi scorsi hanno fatto resistenza soprattutto perché il sistema non era ancora tarato e comportava tempi più lunghi d’attesa anche per i loro pazienti, per la poca dimestichezza di molti di loro con i pc e soprattutto per le possibili sanzioni. Ora l’Inps ha messo a disposizione il numero verde 800.180.919 tramite il quale, dopo identificazione e con l’assistenza dell’operatore, è possibile trasmettere con una semplice telefonata il certificato medico.
Una nuova procedura che, è bene ricordarlo, non esonera il dipendente dalla comunicazione tempestiva della sua malattia al datore di lavoro.
E ancora il lavoratore dovrà comunque in ogni caso far presente anche qualsiasi variazione dell’indirizzo di reperibilità durante l’assenza, utile per l’effettuazione di visite di controllo. In più, solo però per il comparto industriale, c’è l’obbligo di comunicare all’azienda il numero di protocollo che identifica il certificato inviato dal medico in via telematica. Infine se il medico non fosse riuscito a trasmettere il certificato per via telematica, tocca ancora al lavoratore presentare il documento cartaceo rilasciato dal suo dottore e, se previsto, consegnarlo anche all’Inps.
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