Non è certo una sistemazione definitiva ma è sempre meglio che nulla, specie di questi tempi. Ecco perché il 2011 ha fatto registrare un vero boom per i ‘buoni lavoro’ stanziati dall’Inps e dedicati a quei giovani studenti che decidano d’impiegare le loro vacanze in campagna nella raccolta di frutta o nella vendemmia.
Questi buoni in fondo sono come soldi veri e servono a regolare il lavoro occasionale e soprattutto a cancellare il sommerso e il lavoro in nero. Il funzionamento è semplice: il datore acquista i voucher, con taglio minimo pari a 10 euro (ma ci sono anche da 20 e 50) per ogni singolo buono e per ogni 10 euro lordi pagati, il lavoratore ne guadagna 7,50 netti che può incassare anche in Posta. La parte rimanente dei soldi serve a coprire il costo del servizio, la quota Inail e quella riservata all’Inps per i contributi.
Solo nell’ultimo anno ne sono stati venduti ben 13 milioni, per un totale dal 2008, quando sono stati istituiti, che ha superato i 20 milioni. Secondo la Coldiretti, che è ovviamente quella maggiormente interessata, a far aumentare la richiesta è stata soprattutto la presenza di giovani studenti impegnati in campagna, dove è stato utilizzato quasi un quarto dei buoni lavoro complessivamente venduti sino ad oggi.
“Per gli studenti – sottolinea la Coldiretti – lavorare nei campi significa spesso prendere contatto con il mondo del lavoro in un momento di crisi dove è difficile trovare alternative occupazionali. I voucher rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di reddito e occupazione a categorie particolarmente deboli e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza per questo rivoluzionare il mercato del lavoro agricolo”.
Anche Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, mette in evidenza la facilità di questoi strumento: “E’ un successo dovuto anche alla crescente facilità con cui è possibile entrare in possesso dei buoni. La rete di distribuzione continua ad allargarsi e, dopo l’apertura ai tabaccai, si è ulteriormente arricchita con la convenzione stipulata con l’Istituto Centrale delle Banche Popolari, che consentirà di trovare i voucher anche presso gli sportelli bancari”.
Oltre che nel settore agricolo, che vanta ‘buoni’ per il 23,8% delle vendite complessive, sono molto attivi i settori delle manifestazioni sportive, culturali o di solidarietà (13,7%) e quelli del commercio e dei servizi, ciascuno con l’11,5%. A guidare la classifica delle regioni in cui se ne fa maggiore uso è il Veneto con il 16,5%, seguito dalla Lombardia (13,8%), dall’Emilia Romagna (12,8%) e dal Piemonte (11,9%).
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