Secondo una recente ricerca di CONFARTIGIANATO l’imprenditoria femminine è in forte crescita in tutti i Paesi dell’Ocse. Addirittura negli USA le donne imprenditrici danno lavoro a 27 milioni di persone e generano oltre un quinto del PIL totale. Si tratta per lo più di imprese piccole o piccolissime che producono, tuttavia prodotti e servizi di qualità elevata.
In questo scenario, per fortuna, l’Italia non fa eccezione. Anzi, addirittura sembrerebbe che le donne imprenditrici in Italia sono leggermente superiori rispetto alla Francia, l’Inghilterra e la Germania.
La stessa ricerca,oltre a far risaltare i numeri di un successo inaspettato, mette in rilievo alcune delle principali caratteristiche delle donne che fanno impresa quali ad esempio la capacità di giocare in squadra, di delegare e di gestire il multitasking. Tutte virtù che hanno permesso che la donna si inserisse a pieno titolo in settori high tech, notoriamente dominati dagli uomini: chimica, elettronica, telecomunicazioni e ricerca e sviluppo.
Si parla, quindi, di Motech come coniugazione tra la tecnologia più avanzata e le doti caratteristiche dell’impresa femminile.
Un successo destinato a crescere che ci insegna come la via da seguire, in Italia, è lo sviluppo di servizi motech, capaci di sfruttare al massimo le opportunità offerte dal progresso e, allo stesso tempo, essere materno e in grado di prendersi cura dei bisogni personali e facilitare la vita quotidiana. Ovviamente, lo sviluppo di questa nuova economia dovrebbe essere supportato da adeguate politiche pubbliche che migliorino l’accesso al credito e stimolino le famiglie a fare ricorso a prestazioni che sono abituate a produrre entro le proprie mura domestiche.