Il mondo del lavoro accoglie sempre più donne, ma per quelle che sono madri da poco reintegrarsi oppure mantenere il posto resta sempre difficile.
E’ una fotografia agrodolce quella dell’Istat sul settore specifico: il lato positivo sta nell’incremento di occupazione femminile tra il 1993 e il 2011
con 1,66 milioni di unità in più a fronte di un calo maschile di 40.000 unità.
Però nell’anno che si è appena chiuso solo il 77,3% delle neo madri che erano occupate all’inizio della gravidanza lo sono ancora a due anni dalla nascita del figlio, dato in calo rispetto all’81,6% fatto registrare nel 2006. Tra le cause alla base del distacco dal lavoro, volontario o costretto che sia stato, ci sono i licenziamenti con il 23,8% del totale a fronte del 6,9% del 2002/2003.
Inoltre la crescita dell’occupazione delle donne, con il 22% in più visto che sono passate da 7,6 milioni a 9,3, è quasi tutta concentrata al Centro e al Nord (+1,5 milioni) mentre nel Sud le donne al lavoro nel 2011 rispetto al 1993 sono appena 196.000 in più. E l’Istat fa notare come sia più difficile per le donne ottenere contratti differenti dalla semplice collaborazione o da quelli a tempo determinato.
Andando nel dettaglio, la crescita si è concentrata negli ultimi anni in quei settori che comunque già facevano registrare una forte presenza femminile nei quali la presenza come quelli relativi al commercio con cassiere, commesse, parrucchiere, nella ristorazione e nell’accoglienza ospiti come cameriere, addette alle pulizie o al desk, nella segreteria, anche come ragioniere, nella scuola con insegnanti e bidelle, negli ospedali con le infermiere.
E ancora, la probabilità di trovare lavoro per le madri rispetto ai padri è 9 volte inferiore nel Nord, 10 nel Centro e ben 14 nel Mezzogiorno. L’Italia rimane quindi nelle ultime posizioni della classifica europea per il contributo della componente femminile ai redditi della coppia: il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni non percepisce redditi, contro il 19,8% nella media Ue. Peggio di noi solo Malta (51,9%) mentre nei Paesi scandinavi le coppie in cui la donna non guadagna sono meno del 4%, in Francia il 10,9% e in Spagna il 22,8%.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.