Tra i nuovi contratti di apprendistato previsto dalla riforma del lavoro uno dei più attesi anche perché più praticati è quello dei lavoratori turistici visto che sono quelli più facilmente inseribili in questo comparto. E’ lo strumento più semplice per l’inserimento dei giovani sotto i trent’anni e anche quello più praticato dai datori di lavoro.
La riforma, che è partita giusto qualche giorno fa, presenta pochi ma sostanziali cambiamenti, il primo dei quali è fondamentale visto che prevede un contratto a tempo indeterminato. Per il resto, il contratto sarà strutturato come apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, oppure professionalizzante o ancora apprendistato di alta formazione e ricerca. Alla fine del periodo il datore di lavoro potrà recedere, comunicandolo con il dovuto preavviso, ma le associazioni di categoria puntano comunque a mantenere almeno otto lavoratori su dieci nei grandi gruppi e sette su dieci nelle aziende medio-piccole.
Gli apprendisti avranno anche gli stessi diritti dei colleghi già contrattualizzati, come ferie, tredicesima, assistenza sanitaria, malattia e previdenza complementare anche se ovviamente la busta paga sarà inferiore. La retribuzione iniziale sarà pari all’80 per cento di quanto previsto per il lavoratore qualificato e crescerà sino a raggiungere, al quarto anno, il 95 per cento. In ogni caso è previsto un periodo piuttosto lungo: si va da un minimo di 36 mesi sino ad un massimo di 48.
Inoltre ci sarà possibilità di assumere apprendisti stagionali con contratto a tempo determinato con soluzioni che tengano conto delle specificità del settore. Gli apprendisti stagionali potranno prestare servizio anche per periodi di breve durata durante l’intervallo tra una stagione ed un’altra e vanteranno un diritto di precedenza nella riassunzione per la stagione successiva. Inoltre ogni azienda per ogni dipendente potrà assumere non più di due apprendisti.
E dai primi dati del settore a disposizione pare che le chiamate siano già molte, soprattutto in regioni come Emilia Romagna, Veneto e Toscana.
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