Se la riforma del lavoro ha previsto per l’apprendistato un ruolo essenziale per introdurre i giovani e far trovare loro contratti a tempo indeterminato, intanto scopriamo che tra il 2008 e il 2010 il numero medio annuo di giovani assunti con contratto di apprendistato si è ridotto di oltre 100.000 unità, con una flessione del 19%, per un totale di 542 mila giovani.
Sono dati che arrivano dal rapporto Isfol 2012, capace di fotografare una situazione imbarazzante. Nei giovani tra i 15 e 29 anni l’incidenza dell’apprendistato è diminuita, passando dal 16,1% del 2008 al 15,1% del 2010, così come è aumentata l’età media degli apprendisti. Infatti se gli Under 18 sono diminuiti di oltre passando da circa 17.000 a 7.500, la fascia tra i 19 e i 24 anni è calata in maniera minore mentre risulta in crescita la popolazione con 30 anni e oltre.
Quindi se da una parte l’apprendistato resta uno dei principali strumenti per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, in Italia si va perdendo. Lo dimostra parallelamente la formazione dedicata alla popolazione adulta visto che tra il 2005 e il 2010 la percentuale di aziende con più di 9 addetti che abbiano organizzato iniziative di formazione è passata dal 32,2% al 45,1% ma la media europea arriva al 60%. E la spesa complessiva è pari a poco più di 5 miliardi di euro l’anno con un quinto messo a disposizione dalle leggi nazionali di sostegno, dai Fondi paritetici interprofessionali così come dal Fondo sociale europeo.
Il rapporto Isfol dimostra anche come studiare in fondo paghi meno rispetti ad altri Paesi europei. Infatti in Italia il tasso di disoccupazione tra coloro che hanno conseguito la licenza media (10,4%) o il diploma (7,5%) è ancora oggi molto più alto rispetto a quanti possano vantare un titolo universitario (5,4%). Inoltre il tasso di disoccupazione dei laureati italiani è aumentato nel 2007-2011 dell’1%, mentre in Germania è diminuito dell’1,4 per cento.
In ogni caso però tra il 2007 e il 2010 gli occupati sono diminuiti in Italia di 350mila, con una contrazione di circa 850mila persone che abbiano al massimo la licenza media o il diploma triennale e un incremento di oltre 500mila con titolo di studio medio-alto.
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