C’è un mestiere che in Italia nonostante la crisi economica, in questo settore ancora più evidente, sembra non conoscere cali di praticanti. E’ quello dei promotori e consulenti finanziari, che siano anche agenti assicurativi, mediatori o broker assicurativi, agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi.
Secondo gli ultimi dati della categoria, infatti, c’è stato un incremento delle iscrizioni nell’Albo apposito con ben 1.512 nuovi associati nel 2011, il che significa un incremento del 20 per cento rispetto all’anno precedente. Si tratta quindi di professionisti che si occupano di investimenti nel settore bancario, finanziario e assicurativo gestendo direttamente il rapporto con i loro clienti e che sono ovviamente seguiti da apposite leggi.
Rispetto a chi lavori ad esempio direttamente in banca, il promotore finanziario è l’unico operatore dell’industria del risparmio ad essere legittimato alla promozione e al collocamento di prodotti finanziari e servizi di investimento nei confronti di clienti al dettaglio, anche in luoghi e sedi diverse da quelle dell’azienda per conto della quale opera e alla quale, per legge, dev’essere legato da un rapporto di lavoro subordinato, da un rapporto di agenzia o di mandato.
Così ufficialmente oggi in Italia operano circa 55mila promotori, a vario titolo, con 35mila di loro che hanno ancora un mandato attivo. Questo ovviamente senza contare quelli che si improvvisano operatori di borsa e di investimenti senza essere iscritti all’Albo, o peggio ancora i falsi operatori che in realtà sono soltanto dei truffatori. Ma nonostante i recenti casi di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto il settore e l’evidente crisi prolungata dei mercati mondiali, resta un campo che ancora tira e attira giovani professionisti, con molte aziende disposte ad investire sul loro futuro lavorativo.
Come ha spiegato all’Adn Kronos Joe Capobianco (direttore generale dell’organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari) “gli studi di settore in Italia hanno evidenziato come l’assistenza professionale prestata dai promotori ai loro clienti abbia contribuito a stemperare gli effetti dell’emotività che rischiava di produrre danni ingenti sui patrimoni investiti. Tuttavia, non è stato possibile evitare gli effetti, in termini di flessione degli iscritti, di un periodo di obiettiva difficoltà del mercato”.
Resta però il dato concreto legato all’età media dei promotori finanziari: negli ultimi dieci anni gli iscritti sotto i 30 anni sono scesi dal 14% al 2% circa sul totale mentre i promotori consolidati sopra i 50 anni sono aumentati da 21% al 39%”. Come a dire che chi è già dentro riesce a resister
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