Servono misure per il rilancio dell’economia, a cominciare dal mondo del lavoro. Ecco perché nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità che ha varato il governo mercoledì sera rientrano anche diversi provvedimenti che dovrebbero (il condizionale resta d’obbligo) garantire più impiego e a condizioni più facili.
Sul piano teorico, soprattutto a partire dal 2012, caleranno i precari e ci sarà un numero maggiore di apprendisti. Frutto della decontribuzione prevista per le aziende che decideranno di assumere giovani che debbano imparare il lavoro. Quelle con meno di nove dipendenti in particolare non
pagheranno contributi nei primi tre anni di contratto.
Una decontribuzione simile riguarderà anche il lavoro femminile, per tutte le età: si punta infatti ad un contratto di inserimento per le donne, di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi: in questo caso la riduzione contributiva è del 25%, anche se sono previste ulteriori agevolazioni a seconda della tipologia del datore di lavoro e della sua localizzazione. E saranno possibili i contratti incentivati nelle aree in cui il tasso di occupazione femminile sia inferiore di 20 punti rispetto a quello maschile.
Al contempo verrà aumentata l’aliquota contributiva per gli iscritti alla gestione separata degli istituti di previdenza, a cominciare dai Co.co.pro e gli altri lavoratori atipici: per i lavoratori concorrenti e per quelli esclusivi, passerebbe rispettivamente al 18% e al 27,72%, ossia un punto percentuale in più rispetto a quelle vigenti attualmente. Inoltre saranno rimossi i vincoli al part time, in particolare l’obbligo di fissare il lavoro a tempo parziale in base ad accordi sindacali e sarà allargata la possibilità di ricorrere al telelavoro per tutti i tipi di contratto (anche a termine), così come sarà incentivato quello rivolto ai lavoratori disabili.
Nel ‘pacchetto’ è anche prevista l’estensione della possibilità di ricorrere al lavoro intermittente e accessorio per le aree turistiche, un ambiente nel quale spesso si ricorre al ‘lavoro nero’, e saranno ampliati i poteri delle regioni nella definizione del gettito Irap. In sostanza, tutte potranno disporre la deducibilità del costo del lavoro variabile.
Sulla carta tutti provvedimenti condivisibile. Resta da vedere quando saranno applicabili in realtà, soprattutto se il governo dovesse cadere.
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