Egregio Signore, Le scrivo in riferimento alle Sue e-mail del 14 e 21 Settembre, e per quella del’1 Ottobre 2011, nelle quali Lei richiedeva delle informazioni in merito all’approvazione da parte della Commissione del progetto di costituzione in mora contro l’Italia […] è stato approvato dalla Commissione il 29 Settembre scorso e la lettera di costituzione in mora è stata inviata alla Repubblica Italiana il 30 Settembre 2011.
Questa è la storia di un lavoratore che non abbassa la testa, questa è la storia di Marco Bazzoni che di fronte all’ennesima dimostrazione di totale disinteresse dello stato italiano per la questione sulla sicurezza sul lavoro, ha reagito. Fiorentino, operaio metalmeccanico, Bazzoni è dal 2003 Responsabile dei lavoratori per la sicurezza, ruolo che gli ha permesso di maturare una precisa competenza in materia di salute, leggi, doveri e responsabilità dei datori di lavoro rispetto a protezioni e prevenzione nei luoghi di lavoro. Da anni porta avanti la personale battaglia contro le morti bianche, sulla cui definizione ritiene “coscienze sporche, non c’è nulla di bianco in queste tragedie” ,con un incessante bombardamento di mail, lettere e telefonate dirette alle redazioni dei giornali e con la propria rubrica su ‘Articolo 21’, in cui segnala e comunica i casi di infortuni sul lavoro: nulla deve restare all’ombra.
Ma cos’ha portato Marco Bazzoni a rivolgersi direttamente all’Unione Europea? E’ stata la legge ‘salva manager’ di Maurizio Sacconi, attuale ministro del Welfare, quella che deresponsabilizza i datori di lavoro nel caso di incidente e che, dopo una prima bocciatura è stata mimetizzata, nel Novembre del 2009, nel Testo Unico poi approvato. Dell’infido tentativo si è accorto subito l’operaio fiorentino che nello stesso mese, a titolo individuale e senza organizzazioni alle spalle, ha scritto alla Commissione europea che ha dichiarato la petizione ricevibile a Marzo 2010 “Far aprire una procedura d’infrazione contro uno stato è difficilissimo, in genere sono associazioni che fanno questo genere di denunce, per un singolo cittadino è un’utopia”.
Invece Marco da solo ce l’ha fatta, a Settembre di quest’anno è stata decisa la ‘costituzione in mora’ contro l’Italia, con una lunga e dettagliata lettera recapitata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’Ue ha ravvisato numerose infrazioni delle direttive europee all’interno del Testo Unico. La più clamorosa prevedeva che in caso di incidente, a valutare se i dirigenti abbiano correttamente vigilato e siano da ritenere non penalmente responsabili non è un soggetto terzo come l’Ispettorato del Lavoro o un giudice, com’è stato fino a prima della riforma, ma un organismo paritetico (art 51), costituito proprio da associazioni di datori di lavoro, quindi con un obbiettività di giudizio quantomeno limitata.
Adesso la Repubblica italiana dovrà provvedere e tornare in regola, e nel contempo tenere informato il promotore della denuncia, ovvero Bazzoni. Questi tuttavia non nasconde il suo rammarico per essere stato costretto a proseguire in solitario la sua lotta “Nonostante abbia chiesto aiuto a partiti e sindacati, non c’è stato nessuno che mi abbia aiutato a redigerla. Potevano supportarla. Ma non hanno fatto neppure quello”. Quel che è sicuro è che l’Italia ha bisogno di persone come lui.
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