Di questi tempi tutti i tg aprono i loro servizi con la crisi economica e le flessioni delle banche, tutti sui giornali vanno alla ricerca delle pagine con gli indici di ripresa o di ribasso delle principali monete internazionali, ma nessuno si accorge di loro: i poveri.
Il crollo finanziario si è abbattuto, e continua ad avere i suoi effetti, in particolare sulle categorie sociali più deboli tanto che i dati forniti dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Zancan sono impietosi: se nel 2009 i poveri nel nostro paese ammontavano a 7,8 milioni, nel 2010 se ne son contati ben 8,3 milioni, pari al 13,8% della popolazione.
L’italia è sempre più povera dunque, ma il fatto ancora più sconcertante è che ad entrare in questa degradante categoria sono sempre più giovani sotto i 35 anni d’età, ovvero il il 20% del totale dei poveri. Si riscontra un aumento del 59,6% dal 2005 al 2010, tra di loro ben il 76,1% non studia e non lavora.
Sono solo alcuni dei dati che sono stati presentati Lunedì dalla Caritas e dalla Fondazione Onlus di Emanuela Zancan, in occasione della Giornata mondiale contro la povertà. Il rapporto che è stato presentato si intitola ‘Poveri di diritti‘, titolo ben esemplificativo se consideriamo il messaggio trasmesso “parlando di povertà non si deve ragionare solo in termini di deprivazione economica, ma si deve pensare alle altre conseguenze concrete: essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute. E un diritto negato è anche quello a un futuro per i giovani. Giovani che sono sempre più poveri e senza lavoro o prospettive“.
A fronte anche di una evidente emergenza abitativa, le fondazioni puntano il dito contro le “scarse risposte delle amministrazioni centrali e locali” e accusano “le risorse ci sono, ma sono mal investite. Le politiche fin qui attuate non son riuscite a incidere sul fenomeno“. Il Rapporto Zancan suggerisce la strada da seguire, dall’incremento della spesa sociale, magari recuperando i crediti di solidarietà, all’investimento sui servizi.
La piaga della povertà, che tanto ci sembrava distante poco tempo fa, si fa drammaticamente più vicina alle nostre vite, e per quanto la crisi finanziaria sia pressante, a quanto dimostrato dagli studi, le risorse per evitare il peggio e sopravvivere ci sono: dobbiamo pretendere politiche diverse, che facciano il loro dovere e ci tutelino in quanto tutti cittadini italiani.
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