Sarà che la casa madre è svedese e quindi ha un’idea diversa di come gestire il lavoro. Ma all’Ikea sono riusciti ad anticipare persino le nuove linee dettate dal governo per quello che riguarda ferie e feste dei lavoratori. E’ successo a Ferragosto quando il punto vendita di Corsico, nel milanese, è rimasto aperto tutto il giorno.
Uno scandalo per i sindacati, che si facevano forti di una rappresentanza numerica notevole: sui 487 dipendenti del negozio la sola Cgil vanta 150 iscritti e gli altri sono distribuiti in ordine sparso presso le altre associazioni di categoria.
A non convincere, oltre al fatto di lavorare in un giorno dedicato alle ferie era anche la scelta dell’Ikea di aggiungere alla paga giornaliera (festiva, fatto non da poco di questi tempi) un premio in denaro per il dipendente che avesse azzeccato l’incasso di fine giornata.
Era solo un incentivo, dopo una serie di trattative tra azienda e sindacati è stato sostituito da un buono-acquisti, premio usuale da queste parti.
Ma in sostanza non c’è stato nessuno sciopero e soprattutto duecento dipendenti si sono regolarmente recati sul posto di lavoro garantendo la solita assistenza al pubblico. Un segnale chiarissimo di quella che vuole essere la linea futura per il commercio italiano per far coincidere gli interessi di imprese, dipendenti e utenti.
Ferragosto, al di là delle gite fuori porta e dei gavettoni, è e resta una festa religiosa. Come Natale e Pasqua, come le feste patronali, ma non come Capodanno, il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno che il governo vorrebbe accorpare alle domeniche successive o al massimo far slittare al lunedì per garantire più produttività.
Giusto o sbagliato che sia all’Ikea di Corsico è stato lanciato un segnale. L’interesse di tutti, aziende e lavoratori che operano con il pubblico, dovrebbe essere quello di sfruttare soprattutto le giornate che possano portare buoni incassi. Come di questi tempi può essere anche Ferragosto. Ikea nelle settimane precedenti aveva sondato il mercato per capire se potesse rivelarsi una scelta vincente, anche se la comunicazione ai dipendenti è arrivata un po’ tardi rispetto ai normali tempi previsti.
Alla fine però nessuno di loro perderà il giorno di ferie e chi era regolarmente al suo posto avrà comunque qualcosa in più nella busta paga di agosto. Tutto quello che serve in questi tempi di crisi nera.
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