Potrebbe essere uno degli ultimi provvedimenti del ministro Fornero prima di cedere il passo ma è comunque importante, perché ieri è arrivata la firma definitiva sugli incentivi per l’occupazione femminile in quei settori che presentino disparità di genere.
Grazie al via libera quindi sarà concreto il decreto ministeriale che rende fattiva la possibilità dal 1° gennaio 2013 di riconoscere notevoli incentivi per l’assunzione di donne disoccupate in settori produttivi caratterizzati, negli assetti occupazionali, da differenze notevoli negli assunti tra i diversi sessi. Infatti il decreto prevede la riduzione dei contributi dovuti dal datore di lavoro nella misura del 50% per la durata di 12 mesi. E in caso di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, c’è la possibilità di prolungare la durata del beneficio fino al diciottesimo mese.
Un provvedimento che segue di poco quello per il riconoscimento degli incentivi economici in favore dei datori di lavoro che abbiano assunto, dal 2009 al 2012, donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti in regioni caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione femminile. E ancora, a fine marzo, era stato firmato sempre dalla Fornero il decreto con il quale erano stati formalmente individuati i cosiddetti ‘lavoratori svantaggiati’, che potranno essere assunti con contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato in deroga alle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo e sostitutivo previste solitamente.
Sono considerati lavoratori svantaggiati quanti “non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi”, oppure ancora “non possiedono un diploma di scuola media superiore o professionale” e infine coloro che “sono occupati in uno dei settori economici dove c’è un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici italiani”.
Commenti positivi dai sindacati anche se con dei distinguo. Come quelli dell’UGL: “L’iniziativa del ministro Elsa Fornero é importante perché può aiutare a rafforzare la presenza femminile nel mercato del lavoro ma da sola non è sufficiente per superare la crisi economica. Occorrono incentivi all’occupazione, ma anche servizi di cura dell’infanzia e della non autosufficienza ed una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.