In Italia, ancora oggi, coniugare il verbo ‘Lavorare’ alla parola ‘Donna’ non è sempre così semplice. Fino a qualche anno fa il mondo femminile era lontano anni luce dalla possibilità di riuscire ad ottenere un posto di lavoro, e figuriamoci se la pretesa era altresì a tempo indeterminato. Anche se di pretesa, in verità, non si trattava.
Le donne, durante il loro percorso di vita, hanno dovuto sempre combattere. Sono sempre rimaste un gradino, ma anche due, inferiore all’uomo. Perché? La risposta non è semplice da dare: ha origini storiche secondo cui la donna ‘serviva’ esclusivamente per crescere i figli, curare le faccende domestiche e le era assolutamente vietato avere rapporti sociali.
Qualche passetto in avanti siamo riuscite a farlo grazie all’emancipazione femminile, ma possiamo ritenerci del tutto soddisfatte? Non proprio. Se non altro, attualmente, chi ha un’interessante idea dal punto di vista imprenditoriale – finalmente – ha la possibilità di metterla in atto.
La legge 215/92 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”, infatti, è lo strumento di agevolazione attraverso il quale il Ministero delle Attività Produttive mette a disposizione dell’imprenditoria femminile stanziamenti sotto forma di contributi a fondo perduto, ovvero senza obbligo di restituzione; mentre una parte dovrà essere restituita entro 10 anni ad un tasso di interesse agevolato.
Chi sono i soggetti beneficiari?
Possono usufruire delle agevolazioni le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile:
- per le ditte individuali il titolare deve essere donna
- per le società di persone e le cooperative almeno il 60% dei soci deve essere costituito da donne
- per le società di capitali almeno i 2/3 delle quote devono essere detenute da donne e l’organo di amministrazione deve essere composto da donne per almeno i 2/3.
I settori interessati:
- l’agricoltura;
- il manifatturiero e assimilati;
- il commercio, il turismo e i servizi.
Quali sono le spese ammesse dalla legge 215:
- Impianti generali, comprese l’impianto elettrico, antifurto, riscaldamento, ecc.;
- Macchinari ed attrezzature; tra essi rientrano anche gli impianti specifici di produzione, compresi gli arredi connessi allo svolgimento delle attività e le strutture
- Brevetti;
- Software;
- Opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione lavori, nel limite del 25% delle voci di spesa relative ai primi due punti.
La legge 215/92 prevede periodicamente l’uscita di un bando in base al quale è possibile presentare la cosiddetta domanda di contributo, che entrerà in graduatoria.
Tutta la documentazione richiesta è obbligatoria e le domande incomplete saranno respinte.
Chi desidera avere maggiori informazioni può consultare il sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.