La nostra società si basa, oramai da anni, su retaggi culturali sbagliati e fuorvianti che in molte situazioni si riflettono anche nei contesti lavorativi, come ad esempio, il concetto di Maternità.
La maternità non è solo una questione tutta al femminile, e mai come in questo delicato periodo politico, si sente la necessità di ribadirlo, per poi procedere verso una nuova riformulazione delle principali regoli comuni, indispensabili per poter riequilibrare la disparità sociale che ancora colpisce numerosi settori della nostra società.
Si sente, insomma, l’esigenza sempre più marcata di dare una svolta alla situazione femminile ancora bloccata in stereotipi e convinzioni frutto di una società ancora troppo maschilista e poco aperta alle esigenze lavorative ed umane della donna, e di conseguenza della famiglia.
Numerose sono le accuse rivolte al Governo, ritenuto ancora troppo fermo e statico rispetto alla posizione lavorativa femminile. Il governo, e la politica intesa più ad ampio respiro, non hanno saputo cogliere i cambiamenti di una società in continuo mutamento.
C‘è insomma da riprogettare ed in un certo senso da rimescolare le carte e abbandonare le gabbie costruite con retaggi culturali passati e non attuali, cercando altresì di dare più strumenti do sostegno alle donne senza però escludere gli uomini dalle dinamiche familiari.
Una battaglia questa, che deve essere condotta nell’intera società a partire dalle donne stesse, senza timori, per poi essere stimolata e supportata dalle istituzioni politiche e governative nazionali ed internazionali.
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