Il rapporto”Mamme in crisi” di Save the Children delinea un quadro particolarmente difficile per le mamme lavoratrici che, sembrano essere la categoria che maggiormente subisce gli effetti della crisi economica. La bassa disoccupazione femminile, la mancanza di misure di conciliazione tra la famiglia ed il lavoro e la bassa natalità sono i fattori determinanti di una crisi che mette sempre più in difficoltà i bambini e gli adolescenti del nostro Paese.
I dati del 2010 mettono in evidenza che il 50,6% delle donne senza figli è occupata, contro una media europea che si attesta intorno al 62,1%. Ma i dati dell’occupazione femminile diventano ancora più preoccupanti nel caso di donne con figli. Secondo quanto affermato nel rapporto la percentuale della occupate con un figlio al di sotto dei 15 anni scende al 45,5% fino ad arrivare al 31,3% , nel caso di madri di due o più bambini.
Le categorie più a rischio sono le donne straniere e le mamme sole i cui figli sono maggiormente esposti a rischi di povertà.
Il rapporto, inoltre, ha evidenziato come nel periodo tra il 2008 ed il 2009 ben 800.000 donne siano state oggetto di licenziamento o sottoposte all’odioso meccanismo delle “dimissioni in bianco”. Nei pochi casi in cui il lavoro resta, si assiste ad una notevole diminuzione dell’occupazione specializzata a favore di quella a bassa specializzazione.
In occasione della presentazione del rapporto il direttore dei programmi Italia- Europa di Save the Children ha evidenziato come l’ inserimento e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro sono elementi indispensabili per lo sviluppo in quanto non si può procrastinare una situazione, come quella attuale, in cui le donne sono, troppo spesso, sono costrette a scegliere tra il lavoro o la maternità come se si trattasse di due percorsi necessariamente alternativi.
Su questi temi l’organizzazione Save the Children ha formulato al Governo la sua proposta. Un sistema integrato di interventi anti povertà la cui attuazione può assicurare un effetto positivo anche sul mercato del lavoro: interventi di sostegno alle famiglie in condizioni di povertà quali ad esempio sgravi fiscali o voucher per l’acquisto di beni e servizi essenziali, servizi di sostegno alla genitorialita’ quali ad esempio lo sviluppo di asili nido e servizi innovativi, misure di sostegno al lavoro femminile e alla conciliazione e, infine, previsioni di una valutazione di impatto sull’infanzia in ogni nuovo provvedimento legislativo.