E’ entrato ufficialmente in vigore il 21 maggio scorso, anche se solo in questi giorni le prime regioni si stanno mobilitando per mettere in pratica le direttive. Parliamo del nuovo bonus voluto dal governo, in particolare dai ministeri di Economia e Finanze, Lavoro e Coesione territoriale, per le regioni del Mezzogiorno che rilancino l’occupazione di lavoratori svantaggiati.
Si tratta di un credito d’imposta riservato alle aziende e pari complessivamente a 142 milioni di euro che verranno ripartiti tra Sicilia, con 65 milioni, Calabria, Campania e Sardegna (per ognuna 20 milioni), Puglia con 10 milioni, Abruzzo con 4 milioni oltre a 2 milioni per la Basilicata e 1 milione per il Molise.
Il provvedimento in pratica prevede la detassazione del 50% del costo del lavoro spettante ai datori che operano al Centro Sud e che abbiano assunto o assumano a tempo indeterminato tra il 14 maggio 2011 e il 13 maggio 2013, personale ‘svantaggiato’ o ‘molto svantaggiato’ secondo la definizione propria della Comunità Europea. Si tratta quindi di lavoratori che non abbiano un impiego regolarmente pagato da almeno sei mesi, oppure sopra i 50 anni o ancora che non posseggano un diploma di scuola media superiore o professionale. Ma anche adulti che vivono soli con una o più persone a carico, lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un elevato tasso di disparità uomo-donna, membri di una minoranza nazionale. Tra quelli molto svantaggiati invece rientrano quelli senza lavoro da almeno 24 mesi.
Ora la palla passa alle singole amministrazioni regionali che dovranno stabilire le modalità e le procedure per la concessione del bonus. Per accedere al beneficio gli interessati dovranno inoltrare apposita istanza alla Regione competente che in un secondo tempo ratificherà la possibilità di accedere al bonus fino ad esaurimento delle risorse stanziate. Il credito d’imposta non sarà cumulabile con altri aiuti di stato o con altre misure di sostegno comunitario che prevedano provvedimenti per gli stessi costi salariali riservati ai lavoratori.
Le aziende dovranno comunque fare attenzione, perché è previsto il decadimento dai bonus quando i posti di lavoro non durino almeno tre anni (diventano due, per le piccole e medie imprese), quando il numero di dipendenti non aumenti, se vengano accertate in via definitiva violazioni non formali fiscali e contributive per le quali siano state comminate sanzioni di importo non inferiore a 5.000 euro e in caso di violazioni alla normativa sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, commesse tra il 14 maggio 2011 e il 13 maggio 2015.
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