A modo suo sarebbe una rivoluzione vera perché andrebbe a regolamentare in maniera seria e proficua, soprattutto per i diretti interessati, settori che sino ad oggi erano terra di nessuno come quello relativi ai collaboratori a progetto e il lavoro parasubordinato.
Parliamo delle modifiche alla riforma del mercato del lavoro messe insieme sia dal governo che dal Parlamento e che verranno votati a cominciare dalla prossima settimana in modo che entro fine mese si arrivi ad un testo definitivo. I passaggi più importanti sono quelli che riguardano la regolamentazione di un salario base per i collaboratori a progetto e di un indennizzo una tantum per i lavoratori parasubordinati che perdano il lavoro.
In particolare lo stipendio da cui partire per i co.co.pro verrà individuato sulla base della media delle tariffe minime dei lavoratori autonomi e della media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Parallelamente verrà potenziato il versamento una tantum per i lavoratori parasubordinati. Facendo un esempio prati chi abbia lavorato almeno sei mesi avrà diritto ad indennizzo superiore ai 6mila euro nell’anno successivo. Una misura sperimentale che coprirà i prossimi tre anni, al termine dei quali sarà sottoposta a verifica di sostenibilità.
Ma non sono solo queste le norme importanti da introdurre. Infatti solo le partite Iva che abbiano un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro saranno considerate vere. Per scoprire quelle false la durata di collaborazione non dovrà superare otto mesi, il corrispettivo pagato non deve essere superiore all’80% di quello di dipendenti e co.co.co e il lavoratore non dovrà avere una postazione fissa in azienda, intesa come scrivania.
Inoltre la durata del primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto sale da sei mesi a un anno. Le pause obbligatorie fra uno e l’altro, per evitare che il rapporto si trasformi a tempo indeterminato, diminuiscono di un terzo rispetto a quanto previsto dal Disegno di Legge. Quanto all’articolo 18, la procedura di conciliazione non viene bloccata dalla malattia, se non in caso di eccezioni infortuni sul lavoro o maternità.
E ancora, i lavoratori potrebbero partecipare agli utili e al capitale delle imprese, così come essere anche componenti dei Consigli di sorveglianza. Il buono baby-sitter per agevolare le lavoratrici nei primi mesi di nascita del figlio potrà essere utilizzato anche per pagare asili-nido pubblici o privati, viene anche estesa l’esenzione dei ticket sanità per i disoccupati, cancellata in un primo tempo dal Ddl e sono confermati gli sgravi contributivi introdotti in via sperimentale per il triennio 2008-2010. Le risorse previste sono pari a 650 milioni.