C’è un’imprenditoria, non necessariamente ma soprattutto giovanile, che ha prospettive interessanti soprattutto per quello che riguarda presente e futuro dell’occupazione.
E’ quella che si dedica alle start-up, ossia la progettazione e nascita di nuove imprese e con esse ovviamente nuovi posti di lavoro.
Un interessante articolo di ‘Il Sole 24 Ore’ ha rilanciato il tema: se negli Stati Uniti almeno a leggere i dati diffusi dalla ‘National venture capital association’ le start-up sostenute da capitale di rischio e con meno di 20 addetti negli ultimi anni sono servite a puntellare il mercato del lavoro, discorso diverso va fatto per l’Italia, Paese nel quale a fronte di progetti anche concreti non c’è quello stesso spirito imprenditoriale soprattutto per il credito ristretto che le banche riservano alla nascita e crescita di questi progetti.
E non meglio negli ultimi anni è andata con i fondi pubblici, anche se il governo Monti tra le varie riforme sembra voler inserire pure questa. Anche perché l’Italia è ancora in posizione molto arretrata rispetto alla concorrenza internazionale: lo dice la classifica della Banca Mondiale che prende in esame la facilità di partire con nuove imprese nella quale l’Italia nel 2011 è scesa dal 68° al 77° posto, mentre la Gran Bretagna è al 19° e la Francia al 25°. In questi Paesi, così come in Germania (che pure è solo 98^) il costo di avviamento è decisamente minore rispetto a quello che è attualmente da noi.
E’ vero che ora è entrata in vigore la norma che prevede la detrazione di imposta del 19% per le persone fisiche che dichiarano oltre 100mila euro e investono in start-up, ma per ora sembra poco. Soprattutto se rapportato ad altri Paesi, come Israele, nei quali lo 0,18% del Pil proprio a questo genere di finanziamento. E alle sue spalle troviamo Usa, Svezia e Finlandia. Loro credono nell’impreditoria giovanile mentre l’Italia è un Paese nel quale sostanzialmente svecchiare usanze e posti di lavoro è ancora un’impresa.
Intanto però qualcuno ci prova. Come ‘Italian Founders’, società nata proprio per formare nuovi e giovani imprenditori nel settore internet. Il progetto si chiama ‘Design Startup Lab’, prevede un laboratorio online per un massimo di 20 partecipanti che verranno divisi in una serie di team multidisciplinari e potranno collaborare tra di loro per progettare una Internet Startup secondo i modelli americani tanto in voga nella Silicon Valley e all’università di Stanford. Un corso di dieci settimane, tra teoria e pratica, al termine del quale ogni squadra presenterà il proprio progetto. Premiazione finale a maggio, al migliore andranno 2mila euro e magari anche un nuovo lavoro. Anche in proprio.
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