Secondo alcune indagini condotte sulla situazione inerente all’occupazione femminile, emerge che tra tutte le Regioni Italiane quella che conta il tasso maggiore di occupazione femminile è l’Emilia Romagna che, con il suo 60% di donne al lavoro, rappresenta quasi una vera e propria oasi di ottimismo!
Nonostante si siano registrati però aumenti nel settore, la condizione economico retributive del Lavoro Rosa non sembra essere affatto migliorata, difatti per quanto attiene alle retribuzioni i dati mettono in evidenza come i salari femminili siano ancora nettamente al di sotto di quelli maschili, tanto che si parla di un dislivello pari addirittura al 30% per il lavoro dipendente e al 38% cper oloro che svolgono lavori autonomi.
A pubblicare la notizia in questione, la Cisl emiliano-romagnola, che in base ad alcuni approfonditi studi sulla condizione lavorativa e sociale delle donne, ha dato vita ad un vero e proprio prospetto che ha delineato perfettamente la condizione spesso precaria, in cui vive la donna moderna: difatti pare che per quanto attiene alle posizioni dirigenziali, queste siano ancora quasi ad esclusivo appannaggio degli uomini nonostante le colleghe presentino un tasso di scolarizzazione universitaria superiore di ben 14 punti.
Come ha affermato la stessa Laura Gamberini, responsabile del coordinamento delle donne della Cisl in Emilia Romagna, l’indagine in realtà ha messo in luce degli aspetti a dir poco inquietanti rispetto alla condizione di vita del gentil.-sesso che, nonostante la parità dei sessi, continua a subire una velata operazione di sabotaggio da parte di una cultura che stenta ad affidarsi pienamente alle competenze umane e professionali delle giovani “professioniste rosa”.
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